Rapporti familiari

I figli imparano dal nostro comportamento, non dalle nostre regole.

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È felice, che sia re o contadino, colui che trova pace in casa sua. (Goethe)

La famiglia è il nucleo fondamentale della società, ma è soprattutto il punto di partenza indispensabile per lo sviluppo emotivo di una persona. Avere una famiglia sana e funzionale equivale ad acquisire fondamenta salde, indispensabili per maturare gli strumenti idonei ad affrontare al meglio le inevitabili intemperie della vita. Non basta creare una famiglia, bisogna avere la forza e la pazienza di costruirla giorno dopo giorno, difficoltà dopo difficoltà.

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Non esistono le famiglie da copertina o le classiche famiglie dei ‘Mulino Bianco’. Ogni famiglia ha le sue difficoltà e le sue incomprensioni. E’ alla base di ogni rapporto umano avere delle controversie, e nelle famiglie questo succede ancora più frequentemente.

Nella famiglia si è semplicemente se stessi, senza maschere sociali, senza bisogno di apparire. Proprio per questo gli scontri sono più frequenti. Non si ha paura di esternare i propri difetti, anzi, generalmente, sono proprio quelli a farla da padrone.

Spesso si nasce e cresce in famiglie con punti di vista completamente diversi dai propri. La cosiddetta ‘pecora nera’ quella con carattere e modi di vedere la vita differenti da quelli in cui si è cresciuti.

Il segreto per essere una famiglia funzionale non è andare sempre d’accordo e neppure avere lo stesso punto di vista. Il vero segreto è convivere nel rispetto dell’altro e della sua diversità.

Una famiglia felice è una famiglia in cui c’è tanto amore, e amare significa ricordare che esiste qualcosa di più forte delle incomprensioni.

I figli seguono il nostro esempio, non le nostre parole.

Un bambino guarderà sempre il tuo comportamento e da lì imparerà più di tutto. Non serve inculcare mille regole per avere un bravo figlio. Basta essere un buon modello.

Crescendo osserverà come ti destreggia nella vita e farà propri col tempo questi schemi di comportamento. Un buon genitore è innanzitutto un buon maestro che insegna al proprio figlio attraverso le dimostrazioni. Solo allora un bambino accetterà per vere le parole che gli dici. L’esempio è la prima fonte di apprendimento.

Bambini e adolescenti osservano i loro adulti di riferimento e sulla base dei loro comportamenti costruiranno dei modelli di riferimento che inseguiranno inconsciamente.

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Quando nostro figlio adotta comportamenti preoccupanti dobbiamo innanzitutto fare una autoanalisi per cercare di capire quale direzione intraprendere per la risoluzione di quel suo atteggiamento. Quasi certamente la radice del problema sarà individuabile nei primi anni di vita dal bambino. Durante i suoi primi 3 anni infatti un bambino assorbe come una spugna costruendo la propria personalità in base a ciò che vive e prendendo dunque come modello gli adulti di riferimento.

Occorre ricordare che durante la prima infanzia atteggiamenti incomprensibili e violenti sono fisiologici nel bambino. Un bambino che morde, che picchia non compie questi gesti intenzionalmente. Agisce mosso esclusivamente dalle sue emozioni ed usa l’unica cosa che conosce bene per esternarle, il suo corpo.

Questo succede perché la parte più razionale del nostro cervello, la corteccia prefrontale, non si è ancora sviluppata adeguatamente nel bambino. Si svilupperà completamente solo nella prima età adulta del soggetto.

Bambini e neuroni a specchio

Si definiscono neuroni a specchio quelle cellule neuronali che si attivano quando si osserva qualcuno compiere un’azione. Nei bambini molto piccoli sono fortemente sviluppate. Ecco perché nella prima infanzia si tende molto ad imitare gesti ed atteggiamenti compiuti dagli adulti.

Ed ecco perché contenere le proprie esternazioni è fondamentale quando si è in presenza di bambini molto piccoli.

Un bambino piccolo in preda ad una crisi emotiva non avrà gli strumenti cognitivi per comprendere le tue parole. Sarà dunque completamente inutile cercare di calmarlo facendolo ragionare. Mantenere un atteggiamento calmo piuttosto gli insegnerà come calmarsi e col tempo queste crisi saranno sempre più arginate.

Sedare le urla di un bambino con altrettante urla del genitore significherà insegnargli che al nervosismo si reagisce con altrettanto nervosismo e questo è sbagliato.

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Bisogna mantenere un forte autocontrollo per essere dei modelli di riferimento positivi per i propri figli e questo, sotto l’influsso stressante della vita di tutti i giorni, è spesso molto difficile. Mantenere un atteggiamento calmo e risoluto senza sfociare nella violenza verbale o fisica (anche una semplice sculacciata) consentirà al bambino di assorbire metodi comportamentali che farà suoi e che reitererà nel corso della sua vita.

Come educare dunque nostro figlio con l’esempio?

Se desideriamo che nostro figlio cambi un suo atteggiamento iniziamo innanzitutto lavorando sul nostro modo di rapportarci a lui. Scrivere una lista di atteggiamenti che nostro figlio può aver inconsciamente assorbito può essere un ottimo inizio da cui partire. Migliorare se stessi non è mai tempo perso, se poi così facendo, si è consapevoli di apportare dei benefici anche alla propria famiglia è tutto più semplice. Ecco alcuni consigli pratici da cui iniziare:

  • Facciamo attenzione a ciò che diciamo o che facciamo non solo con nostro figlio, ma in generale nella vita tenendo presente che il bambino ci osserva.
  • Diamogli messaggi chiari e decisi. Se diciamo un no cerchiamo di mantenerlo con fermezza ma al tempo stesso offrendo a nostro figlio, che inevitabilmente sarà in preda ad una crisi emotiva, la nostra presenza. Quando piange esternando un suo disagio causato da un nostro diniego abbassiamoci alla sua altezza e lasciamo che sfoghi la sua rabbia. I bambini hanno bisogno di esplorare, ma necessitano soprattutto di limiti entro cui farlo. Sono limiti che è compito dei genitori dettare per mantenerli al sicuro. Allo stesso modo cerchiamo di avere un atteggiamento coerente nelle decisioni che riguardano la nostra vita. Un bambino a cui si cerca di insegnare un dato comportamento se non lo vede innanzitutto rispettato da proprio genitore non lo prenderà seriamente.

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Il viaggio è nella testa – Riproduzione riservata

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